Eccoci a noi due dunque!
Italian Dreamtime e outback, un sogno per noi diventato realtà.
Dopo aver ripreso Marco sul lavoro (Denis ed Emiliano in piedi dalle 5.30!!!) ed esserci rifocillati a dovere con una bella full english breakfast, è giunto il momento di partire.
Una valanga di valige dietro e 4 fotocamere davanti, oltre ad una bella mappa ed un itinerario targato #NTAustralia da rispettare.
La nostra prima tappa è il Litchfield National Park, ci sarebbe piaciuto cominciare dal mitico Kakadu National Park ed i suoi coccodrilli (che sono più numerosi che gli abitanti di tutta Darwin per intenderci), ma l’appuntamento con uno dei parchi più belli e visitati del Northern Territory è solo rimandato, causa piogge.
Il parco – che si estende per una superficie di 1 461 km2 – si trova a poco più di 100 Km a Sud da Darwin è comunque uno spettacolo. Un paradiso di cascate e piscine naturali di roccia, foreste e incredibili conformazioni rocciose difficili da spiegare a parole, e siccome noi siamo video-maker, per chi non l’avesse visto eccovi il video che parla del nostro Northern Territory! (per le foto c’è una gallery a piè pagina che vi attende…)
Di certo i 2 ricordi più plasmati nella nostra memoria rimarranno il segnale “crocodile warning” ai piedi di Wangi Falls e soprattutto la faccia prima estasiata e sorridente, poi dolorante e nel panico più agghiacciante di Francesca nell’affrontare le correnti di Buley Rockholes!!!! Tranquillizziamo tutti i fan di Francy, lei è salva e il suo sorriso è ancora intatto.
On The Road, again.
Svegliandoci scopriamo che il nostro resort, con la luce del giorno è ancora più bello e sicuramente con la cenetta che ci hanno riservato ieri e il bel programma che ci attende oggi, la giornata sembra proprio più facile e “in discesa” del solito.
Prima destinazione in programma Katherine Gorge. Una splendida crociera sul fiume organizzata per noi da Nitmiluk Tours. Unica cosa negativa – per i ragazzi – l’assenza di coccodrilli. Paesaggi che sembrano appartenere ad altri mondi, una gola profonda e verticale che segue le orme di un fiume navigabile, e da noi navigato appunto.
Al termine della crociere si ha la possibilità di fare una passeggiata di circa 600 metri nella gola. E come sempre, attenzione ai coccodrilli!
La giornata prosegue e al termine della nostra gita, dei pipistrelli giganti, ma proprio immensi, ci accompagnano verso la macchina. Anche oggi ci attendono la bellezza di 800 km on the road prima di arrivare nel nostro hotel. Ovviamente ci alterniamo tutti alla guida e nel frattempo c’è chi si gode il paesaggio, c’è chi dorme, chi legge, chi scrive… Siamo proprio una super-squadra! Oggi però c’è ancora tempo per stupirci e sentirci per un attimo in vacanza… Infatti NT Australia nel suo itinerario consigliato, ci OBBLIGA a fare una sosta al MITICO Daly Waters Pub.
Questo pub si trova in mezzo al nulla più completo! Intorno c’è solo terra rossa e strade che si perdono nell’orizzonte. Un MUST, per tutti coloro che decidano di raggiungere Alice Springs in macchina come noi. Al suo interno un vero e proprio mondo di ricordi… appesi!!! Eh si, reggiseni, mutande, magliette, adesivi, scritte, pezzi di carta, targhe (nella parte back del pub) e ancora magliette, guide, messaggi in codice e chi più ne ha più ne metta! Questo PUB è un autentico diario dei dicordi sin’dagli anni trenta, quando ancora qui si respirava l’aria della sfida in stile western con risse di ubriachi e sparatorie dentro e fuori dal pub.
Poi dalla scommessa tra due camionisti (una lei e un lui), nasce la pittoresca abitudine “Leave Your Mark”. Già, perché la camionista non essendo riuscita a finire le birre pattuite, pagò la scommessa a mezzo cessione del reggiseno (con strip-teas annesso) da parte di lei. Da quel lontano 1980 il Daly Waters ha cambiato la sua essenza diventando uno dei più grandi “musei di ricordi” mondiale. Praticamente tutti infatti. Passando di qui lasciano un ricordo, più o meno importante, e molte ragazze lasciano ancora oggi reggiseni in onore di quella camionista… (noi maschietti appreziamo). Italian Dreamtime ha lasciato ovviamente un biglietto da visita nostro e… un adesivo brandizzato GoStudy (vicino ad un immagine di Padre Pio).
Per non farci mancare proprio nulla, dopo aver immortalato a dovere il mitico pub sui nostri social, ci siamo tuffati in piscina (ovviamente Denis è stato il primo), con al nostro fianco una bella bionda australiana! Birra e piscina per combattere i quaranta gradi del deserto. Un sogno.
Ripartiamo e ci mettiamo in marcia alla volta del Renner Springs Desert Inn, dove in teoria ci attende il nostro Resort… In pratica… Avete presente Radiator Springs del film CARS???? Ecco ancora più sperduti… Il modo migliore per vivere l’Outback! Che poi il nostro “resort” altro non è che un posto un po’ isolato nel cuore del Red Centre dove poter dormire in tutta tranquillità. Al ristorante la sera siamo praticamente da soli ed ordinaimo tutti una bella bistecca (nessuno ha mangiato canguro, lo giuriamo)! Cavolo ne avevamo proprio bisogno. Dopo cena a fare compagnia a qualcuno di noi, le stelle. Meravigliosamente belle. Quella luce bianca che sembra quasi tenere testa al buio della notte. Uno spettacolo emozionante ed unico. Un sorriso, e poi… a nanna che domani ci aspettano altri 670 Km (per farvi capire la stessa distanza che separa Bolzano da Napoli).
Al nostro risveglio il silenzio è spaventoso. Si sente il vento, il cigolio di qualche porta arrugginita, le pale di un mulino anch’esse arrugginite ed un gallo, che però non canta. Qualche camion di quelli lunghi lunghi, parcheggiato qui da millenni e via. La nostra colazione ormai fa anche da pranzo, quindi ci riempiamo di legumi, patate e pomodori (alle 8 di mattina) e via. Oggi per la prima volta Emiliano è in ritardo, sarà profezia di giorno sfortunato, oppure nevicherà nel deserto? Lo scopriamo subito, visto che il nostro itinerario prevederebbe una visita guidata all’antica miniera d’oro di Tennant Creek.
Peccato però che la domenica in Australia è un giorno che nn contempla pratcamene mai il lavro… per cui la nostra tanto sognata visita della miniera dentro un carrello che parte su una rotaia fantasma, svanisce ancor prima di cominciare. Un peccato ancora più grande il fatto di non poter scovare qualche antica traccia di italiani quaggiù nel Battery Hill Mining Centre, quegli italiani che nella seconda metà dell’800 – si! avete letto bene – si trasferivano in Australia alla ricerca dell’oro. Ben 130 anni fa! La voglia d’Australia era già senza limiti!!!
Per riprenderci ci fermiamo al supermercato di Renner Spring, dove come sempre facciamo razzie di acqua (che costa tantissimo) e ci mangiamo l’immancabile Maxibon. Cosa che abbiamo “riscoperto” quaggiù nell’outback. Fresco, sostanzioso ed economico… Ehm si nel senso che al posto che spendere 10/15$ per un pranzo, beh abbiamo deliberatamente scelto di investirne solo 5!!!!!!!!!!!
Unica nota stonata, dolente e triste del nostro viaggio in Australia. La situazione degli aborigeni. Sia qui che a Katherine, abbiamo notato per le strade e nei supermercati una vera e propria fila di persone in attesa di pagare delle quantità spropositate di alcool da poi consumare pericolosamente in strada, scatenando così effetti e reazioni sgradevoli agli occhi del turista. Non vogliamo prendere nessuna posizione in merito, certo ci sentiamo di dire una cosa: non è stata una scelta loro quella di essere “integrati” in una società che non gli appartiene. Non è stata una scelta loro ricevere dei soldi che non sanno come impiegare perché semplicemente un aborigeno non da valore “materiale”, ma solo spirituale o naturale. Per cui ci sentiamo di dire che, se un giorno vedrete un aborigeno per strada, beh non è colpa sua se oggi è “ridotto così”… Non è stata una sua scelta, ma una conseguenza di scelte – giuste o sbagliate che siano – altrui.
Tornando in macchina Emi e Denis si divertono a cavalcare un coccodrillo di plastica, per ora l’unico incontrato nel nostro viaggio e poi si parte. Destinazione: quella montagna lì, che chilometro dopo chilometro, è sempre più vicina ai nostri sensi.
Devil’s Marbels: ultima sosta prima di raggiungere Alices Spring
Un’incredibile conformazione rocciosa con la forma incredibilmente sferica! Alcune delle quali tagliate a metà. Ma perfettamente a metà. Tanto da far pensare ad una forza misteriosa o aliena che abbia fatto questo miracolo naturale.
Noi ci limitiamo a sbalordirci, a vivere questo posto magnifico come sappiamo fare. Cioè raccontandovelo e facendovelo rivivere con foto, video e timelapse. Denis e Francesca si divertono ad arrampicarsi verso l’infinito, Oriana cerca se stessa facendo una passeggiata (speriamo che torni), mentre il sempre attento Emiliano immortala il tutto con la sua superfotocamera. Denis ed Emi hanno anche la pazza idea di provare a fare un timelapse su una persona, con risultati non troppo esaltanti. Denis infatti ha i crampi alle braccia nel tentativo di stare immobile (cosa che dura non più di 4 minuti) mentre Emi è profondamente deluso dai pochi secondi di timelapse che ne ricaveremo… Ma nel nostro video-Recap se guardate bene al min 1.48, capirete sicuramente di che diavolo anzi di che Devil’s Marbels stiamo parlando.
Dopo 3 lunghi giorni arriviamo, distrutti, a Alice Springs. C’è ancora il tempo per passare col rosso all’incrocio immediatamente prima di arrivare in ostello. Ma siamo tutti così stanchi che decidiamo di accettare le decisioni dello stato, anche l’arresto in caso. Per fortuna quella multa non ci è mai arrivata, forse perché dopo il flash della foto al semaforo, Denis sconsolato ha fatto marcia indietro chiedendo scusa alla telecamera… Magri hanno avuto comprensione! Come se non ci fossero già abbastanza motivi per decidere di vivere in Australia!!!!
Ore 19 circa. Arriviamo all’Haven Backpackers Resort, dove cominciano i sogni di ogni backpacker. E, in certi casi, anche di 4 ragazzi che volevano raccontare storie italiane, ma visto che c’erano beh… Racconteranno anche di quella grande montagna sacra, più simile ad un ufo che a qualcosa che sfiori una spiegazione razionale.
Uluru… -1!
Coming Soon!